lunedì 15 aprile 2013

Villard de Honnecourt e l'esserzialità della forma

Sembra che lo sviluppo della tecnologia e dell'ingegneria sia, almeno alle sua origini nel Medioevo, profondamente legato a uno degli aspetti dell'arte, il disegno, primo passo per raggiungere la riproduzione di un fenomeno.
A questo proposito, si può affermare che il primo trattato di ingegneria della storia sia un taccuino di appunti e disegni scritto intorno al 1265 da Villard de Honnecourt, manoscritto così considerato perchè in esso l'autore cerca di unire "arte del disegno" e "disciplina della geometria" nel mostrare alcuni aspetti dell'arte della costuzione.
In accordo con il tema trattato da questo blog, quello che voglio mettere in evidenza è come la ricerca di Villard, da lui intesa in senso tecnico e (seppur in modo primitivo) ingegneristico, sia in realtà vicina a forme d'arte sia del suo tempo sia di tempi successivi e molto lontani dal suo contesto, frutto di pensieri ben diversi.
Villard, infatti, vuole trattare essenzialmente di architettura, ma accanto a disegni di congegni meccanici, ve ne sono altri che mostrano una spiccata attenzione per l'espressione umana e per il mondo animale.



Villard de Honnecourt, foglio 4


Giotto, Crocifisso, 1290
Paul Gauguin, Il Cristo giallo, 1889.


Le pagine che trovo più interessanti solo le seguenti:






Questi disegni mostrano figure umane e di animali rappresentate tramite forme geometriche, in particolar modo con triangoli; nell'intento di utilizzare la matematica non solo per la creazione di macchine e edifici, ma anche per immagini del mondo naturale, Villard sembra dire che tutto è forma geometrica e giunge ad una grande essenzializzazione della figura. Una straordinaria opera di astrazione che qui è, in ambito tecnologico, tesa ad una spiegazione geometrica e precisa delle forme e di come queste si possano riprodurre, ma che trova  collegamenti, con un enorme scarto temporale, nell'arte di fine Ottocento e di buona parte del Novecento, quando essa ha smesso di essere imitazione della realtà, copia, ed è andata alla ricerca della sintesi delle forme. Ciò è testimoniato dalla celebre frase del pittore impressionista Emile Bernard: "Tutto in natura è formato da sfera, cilindro e cono".
Di seguito propongo alcuni esempi.


Paul Cézanne, Due giocatori di carte, 1892.


Giorgio de Chirico, Ettore e Andromaca, 1917.

Pablo Picasso, Les demoiselles d'Avignon, 1907.








Nessun commento:

Posta un commento